Del Guardare Lontano, a cura di Teatro delle Ariette, laboratorio da lunedì 25 luglio a mercoledì 27 luglio e spettacolo con esito giovedì 28 luglio alle 18.30 a Trasparenze Festival 2022 

“Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Giuliano Scabia nel 2004. Forse in un certo senso siamo diventati amici. Da allora, nel mese di dicembre di ogni anno a seguire (fino al 2020), abbiamo cominciato a ricevere per posta un regalo di Giuliano: un libretto scritto da lui e illustrato da Riccardo Fattori. Erano “favole”, per essere più precisi “canti” (visto che questa parola era quasi sempre presente nel titolo), periodici tasselli del suo inafferrabile “Teatro Vagante”.
Dentro questi libretti c’è il confronto con tutta la tradizione delle favole, ma anche con quella di un teatro popolare orale antico e potente, reinventato e reso profondamente contemporaneo dalla meravigliosa immaginazione poetica e filosofica di Scabia.
Protagonisti un Cavaliere e il suo Cavallo, i racconti sono popolati di animali, fiumi, alberi e pianeti parlanti, di cavalli, cavalieri, tavole rotonde, gorilla e muratori, in una fantasmagorica girandola autobiografica immaginaria che porta sempre a un lieto fine sui monti dei nostri Appennini, sul passo di Pradarena, l’ultimo dell’anno, quando la Vita Vecchia cede il posto a quella Nuova.
L’allestimento dei Canti è un lavoro collettivo, corale, pieno di pensiero, gioco, energia e divertimento, perfetto per un gruppo di cittadini amatori, per un Teatro di Comunità.
Almeno questa è la nostra idea e così noi la immaginiamo, come una forma alta di teatro popolare che si ricongiunge, nell’essenza, alla radice dei “maggi” dei nostri Appennini.
Lavoreremo sull’ultimo Canto che Giuliano ci ha lasciato: “Il Canto del monaco Silvano”, scritto nel 2020.” 

LA COMPAGNIA 

Il Teatro delle Ariette è una compagnia teatrale professionista, fondata nel 1996 da Paola Berselli e Stefano Pasquini insieme a Maurizio Ferraresi, che produce, studia, organizza e promuove teatro in Valsamoggia (Bologna), dove ha costruito con le proprie mani, in mezzo ai campi, il Deposito Attrezzi, ex edificio rurale diventato teatro nel 2017. 

I loro spettacoli (più di 30 creazioni in 26 anni di lavoro), che hanno fatto più di 2500 repliche in sede, sul territorio e in tournée in Italia e in Europa (Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Belgio, Portogallo), affrontano temi autobiografici del rapporto dell’uomo con le materie prime, con gli animali, con gli altri uomini e con la terra, ne accettano le contraddizioni, interrogano il proprio passato e il futuro cercando nell’attimo presente una condivisione profonda tra attori e spettatori. 

Il Teatro delle Ariette non è soltanto una compagnia teatrale, è un’esperienza, una pratica quotidiana alla ricerca del “luogo” dove arte, vita e lavoro convivono e coincidono. Da anni porta avanti anche attività di formazione sul territorio e dal 2015 cura la realizzazione del Progetto di teatro di comunità Territori da cucire.
Nel 2020 ha ricevuto il Premio ANCT Associazione Nazionale Critici di Teatro. 

“Il nostro teatro è un teatro di terra, fatto con le mani e vissuto nel corpo. La nostra ricerca teatrale è un cammino attraverso l’umano, un lavoro continuo e paziente per forzare e aprire quella porta che conduce dentro: nel teatro invisibile del cuore. Lì sta il nostro teatro”.