Venerdì 31 luglio, ore 21.30
Borgo di Gombola (MO)
A chi viene da terra, a chi viene dal mare
Lettura scenica in forma di concerto tratta da “Le città invisibili” di Italo Calvino
di e con: Massimo Don (voce), Claudio Cadei (lavta e violino), Pippi Dimonte (contrabbasso)
spettacolo inedito

“Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio”. Inizia così il viaggio attraverso le parole di Italo Calvino e le sonorità tipiche mediterranee, portato in scena dalla voce di Massimo Don e dalle musiche di Claudio Cadei (violino e lavta, un liuto della tradizione musicale turca) e Pippi Dimonte (contrabbasso).

Una lettura scenica in forma di concerto tratta da “Le città invisibili” – uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento – dove i suoni e le atmosfere dei luoghi che si affacciano sul bacino del Mar Mediterraneo ripercorrono ed accompagnano il racconto di Marco Polo fra le città del vasto impero di Kublai Khan, attraverso profumi, sapori, rumori e emozioni. Un radiodramma con una partitura musicale inedita conduce lo spettatore in un viaggio sonoro che spazia dall’Andalusia al Nord Africa, dalla Grecia alla Turchia, passando per i Balcani e facendo tappa nelle isole circondate dal Mare nostrum.

Calvino definisce il suo romanzo come “un poema d’amore alle città”. Di fatto è un mosaico che si compone nella mente e nei rendiconti onirici dell’avventuriero Marco Polo, che entra in contatto con un mondo “altro” di cui si rischia di non trovare più la via d’uscita. La narrazione del mercante veneziano punta ad illustrare al sovrano e saggio imperatore del regno dei Tartari ogni tappa compiuta dall’esploratore, la cui unica meta non può che essere Venezia. E così davanti alla “Serenissima”, quasi una nuova agognata Itaca, tutte le altre città diventano invisibili.

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Massimo Don

è un doppiatore e attore di cinema e teatro. Si forma in scuole di recitazione con Paolo Magagna, Tanino De Rosa, Matteo Belli, Teatro dell’Argine, e Familie Flöz, recentemente ha partecipato a diverse produzioni cinematografiche e televisive con Mediaset, Sky, Rai Cinema e Articolture. Da anni collabora, inoltre, con realtà impegnate nella realizzazione di progetti educativi teatrali con adolescenti, detenuti e migranti, tra le quali Teatro del Pratello e Teatro dei Venti

 

Claudio Cadei

è autore di musica, gingles, canzoni. È fra i membri fondatori di SMK videofactory. Dal 2010 si dedica a scrivere colonne sonore originali. Antropologo attivo su diversi terreni di ricerca, nel 2011 inizia a occuparsi della cura di contenuti, testi e bozze di sceneggiatura. Cura i contenuti, parte dei testi e le traduzioni del documentario Un solo braccio, da solo, non può cingere un baobab; Vent’anni di cooperazione in Burkina Faso, realizzato da Idrissa Ouedraogo per Coop Lombardia. Si interessa di antropologia visuale, antropologia dell’immagine, esperimenti narrativi, documentari, comunicazione culturale.

 

Giuseppe “Pippi” Dimonte (1991)

è bassista, contrabbassista e compositore. Ha iniziato gli studi classici al Conservatorio Duni di Matera all’età di 14 anni. A 19 anni si trasferisce a Bologna per continuare gli studi al Conservatorio Martini in ambito jazz. Da qui entra a far parte dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori diretta da Franco Piersanti per uno spettacolo con il regista Nanni Moretti.

Inizia una serie di collaborazioni a tutto campo in band con gli altri studenti del Conservatorio e poi con musicisti di fama internazionale quali Antoine Boyer, Sebastien Ginieux, Adrien Moignard, Tolga During, Nilza Costa, Fabio Curto, Teodosii Spassov, Tchavolo Schmitt ecc. Oltre che in Italia, ha suonato in club e teatri di vari paesi: Spagna, Francia, Olanda, Svizzera, Germania, Polonia, Romania, fino a Shangai.

Ha pubblicato tre CD con brani tutti di sua composizione dove il basso elettrico o il contrabbasso sono i protagonisti indiscussi di tutte le tracce: Morning Session (2014), Hieronymus (2016) e Trio Mezcal (2018).

Nel 2015 con il suo Pippi Dimonte 5tet è terzo classificato al Festival Nazionale dei Conservatori di Frosinone. Nel 2016 con il brano “Neukölln” (dall’album Hieronymus) vince il premio Best Composition al Festival Jazz di Sibiu (Romania) e sempre nello stesso anno il premio Best Instrumentist (Contrabbasso) al Festival Jazz in the Park di Cluj-Napoca (Romania). La rivista jazz americana “Bird is The Worm” lo ha citato fra i più promettenti contrabbassisti non statunitensi della scena jazzistica internazionale per la realizzazione dell’album Hieronymus.