di Alessia Avallone #konsulta

Martedì mattina 1 ottobre un’attivissima Konsulta (per i curiosi Ágnes, Alessia, Sonia L, Sonia R) accompagnata e documentata dall’onnipresente Pacini e Lisa (la nostra organizzatrice e sua alias su facebook) si è recata alla Scuola d’Arte Talentho per spiare il laboratorio di 3 giorni di Mario Biagini, assistente del rivoluzionario regista teatrale polacco Jerzy Grotowski. Con lui è nato il teatro detto “povero” perché si libera di tutti gli elementi formali per mettere al centro del teatro l’attore con la sua vulnerabilità, le sue esperienze e le sue capacità fisiche e canore e il suo rapporto con il pubblico. Da qui deriva un nuovo tipo di preparazione per l’attore che consiste in vero e proprio allenamento fisico intensivo. Il ruolo stesso dell’attore si trasforma da semplice esecutore delle direttive del regista a co-protagonista della creazione e dello sviluppo del prodotto teatrale. Detto questo, appena arrivati a Talentho la delegazione K ha subito incontrato e conosciuto il simpatico attore e regista toscano; il tempo di prendere un caffè e siamo entrati tutti insieme in sala. Tolte le scarpe, ognuno si posiziona su un cuscino lungo il perimetro della sala e l’assistente argentino di Mario, Alejandro Rodriguez si stacca dal gruppo ed inizia a cantare canzoni del sud degli Stati Uniti e a muoversi nello spazio. Uno dopo l’altro i partecipanti, provenienti da tutta Italia e dall’Ungheria, si alzano e lo seguono accompagnandolo nello spazio e nel canto in una specie di cerchio tribale. L’atmosfera è coinvolgente e alcune konsultanti devono resistere all’impulso di unirsi a loro. L’allenamento dura per quasi 1 ora e durante la pausa sono quasi tutti sudati e a petto nudo, compreso Mario che si è inserito successivamente. Durante la tipica pausa sigaretta alcuni partecipanti ci confessano che molto del laboratorio si basa sull’improvvisazione e sulla libertà dell’attore e ci consigliano caldamente di fermarci ancora per il momento dei commenti prima della seconda parte di laboratorio. Convinte ci fermiamo ancora un po’ e ne vale davvero la pena. Biagini nei suoi commenti agli attori mostra tutta la filosofia del suo lavoro. Si parla dell’importanza di praticare “lavori onesti” come zappare, spaccare la legna per una maggiore qualità dell’azione intenzionale, della cura per i dettagli, di reazione alla vita per non diventare degli attori-burattini, di interazione con gli altri per restare “svegli” e molto altro che fa pensare quasi ad un fare teatro che è azione e vita. Kolpitissima ed interessatissima, la Konsulta si trattiene quasi senza accorgersene fino alle 13 per seguire l’evoluzione del gruppo dopo i suggerimenti. Ringraziare Biagini per la possibilità di osservare il suo lavoro con gli attori diventa un’esigenza di tutte e finalmente si ritorna a casa.