#Trasparenze2013 presenta
venerdì 4 ottobre ore 22.00 @ Teatro dei Segni
AURE
con Valentina Salerno Francesco Pennacchia Chiara Michelini Regia, drammaturgia, scena, luci, suoni Alessandro Serra Produzione Teatropersona Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport Bassano Operaestate Festival – Teatro Fondamenta Nuove Venezia Rete teatrale aretina – Teatro Comunale Castiglion Fiorentino Fondazione Ca.Ri.Civ.
A U R E chiude una trilogia del silenzio e della memoria. Lo spettacolo si ispira all’opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, un fiume placido e solenne di parole, ma soprattutto, un capolavoro pittorico, sinfonia perfetta di suoni e rumori. In Proust tutto trasfigura, si agita, fluttua, deambula con una qualità sonnambolica in un mondo che è quello reale, ma è spinto come da un afflato che appartiene all’altra sfera. Così come il sogno si compie in una dimensione che non è la realtà ma che dalla realtà trae nutrimento, rubandone le immagini. Nel suo quieto incedere la recherche si sfalda, il naturalismo si rompe, tutto evapora, rendendo indistinti oggetti e paesaggi. L’anima stessa è rivestita da un involucro corporeo. Aure, indicibili aloni di vita che ammantano ogni cosa, dice Elemire Zolla. Non c’è storia né personaggi, solo figure e un luogo, la stanza della memoria, più volte descritta da Proust come una specie di secondo appartamento, quello del sonno. Come in un teatro di marionette “così riposante per chi ha preso in disgusto la lingua parlata. Terra quasi edenica dove il suono non è stato ancora creato”. Autore dello spazio e delle figure Vilhelm Hammershøi, pittore danese del silenzio, capace di permeare la scena di tempo. Nei suoi interni, cui lo spettacolo si ispira, il tempo fluisce come fatto luminoso, tutto è al contempo immobile e vibrante: i tavoli e le sedie sembrano pronti a piroettare, gli oggetti a librarsi in volo, le numerose porte sempre sul punto di schiudersi, rivelando presenze taciute e stanze della memoria involontaria. Nella camera oscura interiore si accende una speciale luce: il corpo dell’attore che, come la luce, non si vede, ma fa vedere. Ecco allora che un piccolo gesto si ripercuote in noi ed echeggia, risvegliando un fatto dimenticato, che ci sembrava misero e non degno di nota. La vita vivente di contro la vita vissuta. In modo tale che ciò che si vede incorniciato nell’arcoscenico non sia altro che un fondale dipinto, cioè la vita. E se questo fondale un giorno crollasse, “cadrà nell’universo magico, senza che la caduta delle sue pesanti pietre offuschi con la volgarità d’un solo rumore la castità del silenzio»”.
La Compagnia Teatropersona viene fondata nel 1999. Dopo un iniziale interesse per l’ambito di ricerca legato al Terzo Teatro e al lavoro sulle azioni fisiche di Grotowski, la formazione della compagnia si focalizza sullo studio dei principi della biomeccanica di Mejerchol’d integrandoli con i fondamentali delle arti marziali e del teatro orientale. A partire dalle tecniche fonatorie tradizionali lo studio della voce si è sviluppato attraverso la pratica dei canti vibratori e del canto gregoriano con Padre Emanuel Roze, presso l’Abbazia di Sant’Antimo. Fondamentale negli ultimi anni è stato l’incontro con Yves Lebreton e il suo metodo del Teatro Corporeo.
Teatropersona crea i propri spettacoli attraverso un lavoro di ricerca teatrale fondato sulla centralità dell’attore e la composizione dell’immagine. Parallelamente al lavoro di ricerca, si occupa anche di pedagogia teatrale attraverso seminari per attori e laboratori per l’infanzia. La compagnia produce spettacoli per bambini e adulti presentati in Italia, Francia, Russia, Svizzera, Polonia, Corea del Sud.
Spettacoli:
2000 “Nella città di K.”
2003 “Cechov non ha dimenticato” nell’ambito del progetto “Cechov lungo un anno”, DAMS Roma III.
2005 “Theresienstadt, la città che Hitler regalò agli ebrei”, finalista del Premio Ustica per il Teatro.
2006 “Beckett Box”, vincitore del premio europeo “Beckett and Puppets”.
2008 “Il Principe Mezzanotte”, finalista al premio scenario infanzia e vincitore del premio dell’osservatorio critico degli studenti.
2009 “Trattato dei manichini”, vincitore del premio ETI (Ente Teatrale Italiano) nuove creatività e del premio di scrittura di scena Lia Lapini.
2011 “A U R E”
2013 “Il grande viaggio”