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Sabato 16 febbraio dopo lo spettacolo ALL I WANTED TO SAY
Silvia Girardi incontra la #Konsulta di Trasparenze
#fdtalk coordina Simone Pacini/fattiditeatro

All’incontro sarà presente la poetessa Allison DeLauer, da San Francisco, collaboratrice di Silvia Girardi per ALL I WANTED TO SAY e per il progetto in Residenza.

In occasione della sua residenza al Teatro dei Segni di Modena l’attrice e performer Silvia Girardi incontrerà la #Konsulta, ovvero il gruppo di giovani spettatori che sta partecipando attivamente all’intero progetto. Sarà un’occasione speciale per dialogare su come la tecnologia e il web 2.0 possano diventare sia soggetti per una performance che strumenti di cittadinanza attiva. L’incontro è aperto al pubblico.

#fdtalk ovvero “chiacchierata con fattiditeatro” è un format promosso dal blog omonimo per dialogare su twitter, da vicino e da lontano.

Uno spettacolo sulla comunicazione il 2.0 e i suoi paradossi

Uno spettacolo sulla comunicazione il 2.0 e i suoi paradossi_ALL I WANTED TO SAY

ALL I WANTED TO SAY

Sabato 16 febbraio ore 21.30
Teatro dei Segni
Via San Giovanni Bosco, 150
MODENA

Una performance multimediale sulla tecnologia, la comunicazione e i suoi paradossi.
Di e con Silvia Girardi.
Con Giuliano Pirotello su schermo.
In collaborazione internazionale con:  Allison DeLauer, poetessa;  Cinematique – Milano, casa di produzione cinematografica; Folawole, coreografo;  Seng Chen, video artist;   Tim Roseborough, digital artist; Matt Venuti, musicista

Tutto quello che avresti sempre voluto dire… ma…?
Attraverso le discipline * attraverso i media * attraverso gli oceani
Dare voce ad un collettivo inespresso

All I Wanted to Say e’ un viaggio multidisciplinare attraverso il teatro, la danza, la poesia, il video, l’ arte digitale e la musica che parla del come “scegliamo” di comunicare nell’era digitale e di come questi mezzi siano cambiati nel tempo. Uno sguardo più  accurato alla poesia, alle lettere, agli sms, e alle email che inviamo, rivela quanto rimane “non-detto”.

Pochi sarebbero discordi nell’ affermare che l’ ossessione del social networking online sia una benedizione sotto mentite spoglie: paradossalmente unisce ed alimenta la comunità e allo stesso tempo fomenta l’ accumulo virale di relazioni superficiali. Gli oggetti mondani che caratterizzano  le nostre vite digitali sono sia sacri che profani. Ma alla fine questi strumenti non sono che al servizio di quel contatto vero al quale si aspira.

Le parole che mandiamo nell’etere come un sospiro, un sms, o un messaggio su carta, non sono che alla ricerca di una presenza.

Con un’enfasi sulla componente emotiva ed evocativa piuttosto che su una narrazione lineare, utilizziamo testi in italiano ed inglese, interviste, lettere di figure storiche, conversazioni in chat, aggiornamenti da Twitter e Facebook, versi di Saffo, Bertold Brecht, Amy Lowell e dal Teatro dell’ Assurdo.