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Sogno e delusione al circo
di Sonia Logiurato #konsulta

Il Gruppo Opera inaugura le Residenze di Trasparenze- atelier della scena contemporanea, occupando gli spazi del Teatro dei Segni dal 19 al 26 gennaio. La compagnia si è presentata al pubblico modenese con la messa in scena dello spettacolo Opera con il quale ha debuttato nel 2006 e che ben rappresenta la sua idea di teatro come commistione di arti.
Nel buio della sala uno strano Arlecchino compare dinanzi agli spettatori e camminando li scruta attentamente quasi con aria inquietante. D’un tratto si ferma e recita in playback il passo finale di “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare in cui Puck si scusa con il pubblico se lo spettacolo non è stato di suo gradimento e lo invita a fare sogni felici. E quali immagini sono legate al sogno e alla fantasia nella mente di ogni bambino se non quelle del circo?
Ma se i fanciulli vedono il circo come un mondo fantastico, non è questa l’immagine che propone Opera. Dal clown che piange, all’addestratore di colombe morte, lo spettacolo è un susseguirsi e accavallarsi di immagini, di numeri circensi che dovrebbero divertire il pubblico, ma che in realtà non hanno nulla di comico e  non sono altro che insuccessi e delusioni. In un ambiente da sogno la tragicità del fallimento è rivelata in tutta la sua essenza.
Numerosi sono i riferimenti diretti ad altre opere teatrali e non, si va dalla citazione iniziale di Shakespeare, ai personaggi della Commedia dell’Arte, da Pinocchio ad una riproduzione della scultura “The Nose” di Giacometti. Inutile cercare legami tra tutte queste immagini che rinviano a codici diversi. E proprio la commistione di codici è alla base di questo spettacolo in cui anche gli aspetti tecnici entrano a far parte della drammaturgia, la cui struttura non sempre è ben delineata.
Opera riesce ad emozionare lo spettatore offrendogli immagini della sua infanzia- tutti conosceranno la storia di Pinocchio e saranno stati almeno una volta al circo- ma lo lascia con un senso di incompiutezza a causa di un finale troppo improvviso. Di certo qualche minuto in più di spettacolo non avrebbe disturbato.

Gruppo Opera con la Konsulta - Ph. Yassin Mouftakir

Gruppo Opera con la Konsulta – Ph. Yassin Mouftakir


Tutti all’opera per smascherare l’Insuccesso

di Alessia Rosa Avallone #konsulta

Sabato 19 gennaio al Teatro dei Segni le Residenze di Trasparenze ricominciano con uno spettacolo d’impatto, “Opera” della compagnia teatrale omonima.
Il gruppo formatosi tra il 2004 e il 2006 ha sviluppato un approccio basato sull’espressione del flusso di inconscio, sulle immagini e azioni che questo ispira durante il lavoro di improvvisazione.
In “Opera” la compagnia si mette metaforicamente e letteralmente a nudo sul palco per rappresentare il disagio, la frustrazione, la rabbia, la vulnerabilità degli artisti, dei pagliacci e delle maschere del circo di fronte all’Insuccesso.
Lo spettacolo si apre con la citazione in playback degli ultimi versi di Puck in “Sogno di una notte di mezza estate” per poi rappresentare il teatro dentro e dietro le quinte e il rapporto inscindibile tra uomo e maschera che vivono gli attori. L’intera opera si costruisce di immagini che si sovrappongono e coesistono fra di loro come tanti sogni abitati da fantasmi che vivono la stessa angosciosa esperienza dell’insuccesso. Di fatto, non vi è una vera e propria struttura drammaturgica, non esiste una storia o un intreccio e si può dire che la stessa successione di immagini sul palco non abbia alcun nesso logico. Lo stesso linguaggio utilizzato dalla compagnia, che fonde insieme e mette sullo stesso piano di importanza codici diversi, come la parola e le urla, la musica e  le pernacchie, le immagini e le luci, le sculture e i corpi nudi, tutti intrisi di valori simbolici e significati inconsci e personali, più che cercare di spiegare un concetto razionale vuole esprimere e trasmettere delle sensazioni, essere il risultato o la sintesi di un flusso inconscio legato al tema dell’insuccesso e alla decostruzione della maschera e del teatro.
Non è quindi un’opera da analizzare e capire, ma da vivere. L’andamento dell’intensità espressiva e lirica cresce nel corso dello spettacolo, andando poi a scemare lentamente. Questo delude le aspettative di un finale ancora più intenso e denso di emozioni, ma forse è solo l’ultimo esempio concreto dell’Insuccesso.