Sabato 1 e Venerdì 7 agosto, ore 16.00 e ore 17.30
Borgo di Gombola (MO)
Uomini e dèi – primo studio: Artemide e Atteone
Vittorio Continelli / Teatro dei Venti 

Con Alice Caradente, Oksana Casolari, Antonio Congedo, Vittorio Continelli, Francesca Figini, Davide Filippi, Caterina Pilon, Antonio Santangelo.
Assistente alla regia Massimo Don.
Regia Stefano Tè.

Il bosco è il luogo della metamorfosi e del desiderio. È il luogo della caccia. Nella selva, accanto ai corpi di cacciatori e prede se ne muovono altri, non visti. Il bosco è il luogo della divinità che non vuole essere vista. Un gruppo di cacciatori si inerpica su un monte sacro alla dea Artemide, il Citerone, uno di loro ha il destino segnato dal proprio desiderio. Cosa accade se un giovane cacciatore cerca di vedere la divinità? Cosa accade se si imbatte casualmente in essa? Corpi e voci bisbigliano tra le fronde, si mostrano e si nascondono, cambiano forma in continuazione. Ognuno racconta una storia diversa che è sempre la stessa storia: cacciatori e prede si inseguono nel fitto della boscaglia, invertono i propri ruoli e si rispecchiano gli uni nel volto degli altri. Sempre.  

Performance nel bosco per 20 spettatori a replica. 
Ciascuno spettatore all’atto della prenotazione riceverà una mail con le indicazioni sullo svolgimento. 

Domenica 2 e domenica 9 agosto va in scena il secondo studio: Erigone e Dioniso.

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Vittorio Continelli

Nasce a Ostuni nel 1975 e si forma presso il Centro Teatro Ateneo della Sapienza di Roma. Collabora negli anni con Teatro Minimo, Teatro dei Venti, Skintrade, Microscopia Teatro, La Luna nel Letto, Teatro KismetOpera – Teatri di Bari, CSRT Pontedera, Fondazione Teatro della Toscana. Vincitore del Premio Ettore Petrolini e del premio Operum Harmonia per il teatro, del premio Ribalta d’autori per la letteratura; finalista del Premio Scenario – Ustica per il teatro. È attualmente impegnato nelle produzioni teatrali: Odissea (Teatro dei Venti), Il gabbiano di A. Cechov (Compagnia Licia Lanera – teatro Metastasio, Prato – Fondazione TPE), nel Labirinto (CSRT Pontedera – Teatro della Toscana), Il nullafacente di M. Santeramo (Teatro della Toscana), L’abito nuovo di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello (La luna nel letto), Matteo Salvatore. Due nomi, manco un cognome (Sidera); nel progetto Padri e Figli (Teatro dei Venti), in dirò d’Orlando – l’Orlando furioso a puntate e in discorso sul Mito (Sidera), progetto di racconto e di incontro con il pubblico al di fuori degli spazi teatrali convenzionali.

Il Teatro dei Venti

Nasce a Modena nel 2005. Svolge la sua attività in quattro ambiti diversi, ma correlati: produzione di spettacoli, progettazione in ambito socio-culturale, formazione e organizzazione di festival e rassegne. Ha sviluppato una propria ricerca artistica con una particolare attenzione al Teatro negli spazi urbani, approfondendo l’utilizzo di trampoli e di scenografie mobili di grande impatto. Con i suoi spettacoli ha realizzato tournée in Italia e all’estero, in Francia, Germania, Inghilterra, Polonia, Serbia, Croazia, Spagna, Romania, Montenegro, Taiwan, India, Argentina. 

Membro del Coordinamento Teatro Carcere Emilia-Romagna, svolge percorsi formativi permanenti presso la Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e la Casa Circondariale di Modena. Inoltre, in ambito sociale promuove progetti di Cooperazione Internazionale (Mozambico, Serbia, Senegal) e nel campo della Salute Mentale lavora in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Modena.

Dal 2012 organizza Trasparenze > Festival e Residenze Teatrali per la promozione della scena teatrale contemporanea. Dal 2015 il Festival entra nelle carceri con una parte della sua programmazione e con un’interazione profonda con artisti della scena nazionale.

Dal 2017 ha condotto un laboratorio con un gruppo di richiedenti asilo, con il quale nel 2018 ha vinto il bando MigrArti in collaborazione con l’Associazione GhanaYomo.

Nel 2019 ha debuttato con “Moby Dick”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Melville, con il quale ha vinto il Premio Ubu 2019 per l’allestimento scenico, il Premio Rete Critica 2019 per la progettualità/organizzazione, il Last Seen 2019 spettacolo dell’anno per la rivista Krapp’s Last Post.