Vania della compagnia Oyes andrà in scena in prima regionale sabato 7 maggio alle 18.30 presso il Drama Teatro.

Progetto vincitore del premio nazionale “Giovani realtà del Teatro 2015”
Ideazione e regia Stefano Cordella
con Francesca Gemma, Vanessa Korn, Umberto Terruso, Fabio Zulli
costumi e realizzazione scene Stefania Coretti, Maria Barbara De Marco
disegno luci Marcello Falco
drammaturgia collettiva
organizzazione Giulia Telli
con il sostegno di fUnder 35
produzione Oyes

Dopo aver esplorato le conseguenze dell’abbandono in “Va Tutto Bene”, la Compagnia Oyes porta avanti la sua ricerca tra le crepe e le contraddizioni dell’animo umano. Attraverso uno dei capolavori di Anton Cechov, Oyes indaga il senso di vuoto e l’immobilismo della generazione dei trentenni attraverso un lavoro di reinvenzione drammaturgica. Vania racconta le paure, le frustrazioni dei nostri tempi attraverso una drammaturgia originale costruita a partire dai temi e dai personaggi principali di “Zio Vanja”.

Tutti, finché siamo giovani, cinguettiamo come passeri sopra un mucchio di letame. A vent’anni possiamo tutto, ci buttiamo in qualsiasi impresa. E verso i trenta siamo già stanchi, è come dopo una sbornia. A quarant’anni poi siamo già vecchi e pensiamo alla morte. Ma che razza di eroi siamo? Io vorrei solo dire alla gente, in tutta onestà, guardate come vivete male, in che maniera noiosa. E se lo comprenderanno inventeranno sicuramente una vita diversa, una vita migliore, una vita che io non so immaginare.

Così scriveva Anton Cechov in una delle sue lettere. Ed è proprio dalla stessa pervasiva sensazione di stagnamento ed immobilismo che è nata la necessità di questo lavoro. Come la maggior parte dei trentenni anche noi ci ritroviamo in un limbo poco rassicurante e per non sentire il vuoto ci aggrappiamo al passato e guardiamo al futuro con poche speranze. Il rischio è quello di sopravvivere galleggiando nel “letame” di cui scrive Cechov. La nostra vicenda si svolge in un paesino di provincia e ruota attorno alla figura del Professore, tenuto in vita da un respiratore artificiale. Non vedremo mai il Professore ma le tragicomiche conseguenze che la sua condizione produce sul resto della “famiglia”: la giovane moglie Elena, il fratello Ivan, la figlia Sonia, il Dottore. Come in “Zio Vanja” anche i nostri personaggi sentono di non vivere la vita che vorrebbero. Ma la spinta al cambiamento deve fare i conti con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa, il timore di non essere all’altezza.

Òyes nasce dall’ incontro di nove ex-allievi dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Grazie alla condivisione di un linguaggio, una formazione e una necessità comune, cerchiamo di fare un teatro per come lo vorremmo vedere, portando avanti una realtà in cui ci identifichiamo, che riconosciamo.
Il desiderio che ci spinge è quello di fare teatro per il pubblico, per la gente, con strumenti chiari, concreti e semplici raccontando storie che diano spunti di riflessione a chi le ascolta.
Òyes debutta con lo spettacolo Effetto Lucifero, che vince il premio Giovani Realtà del Teatro 2010 e il cui testo è finalista al Premio Riccione-Tondelli nell’edizione 2011. Lo spettacolo, con il sostegno del Teatro Filodrammatici di Milano, è inserito nella stagione 2011-2012 ed è tra i finalisti del festival playFestival (organizzato da Atir e Piccolo Teatro di Milano).
Le altre produzioni della compagnia sono: Assenti per sempre (vincitore del premio Borsa di lavoro Alfonso Marietti, ed. 2009), Luminescienz – la setta (stagione 2012-2013 del Teatro Filodrammatici), Anton- scherzo in un atto (menzione speciale al premio Borsa di lavoro Alfonso Marietti, ed. 2013), Va tutto bene che debutta in anteprima nazionale nel Giugno 2014, chiudendo la collaborazione triennale con il Teatro Filodrammatici di Milano, Vania (vincitore del premio Giovani Realtà del Teatro 2015).
Nel 2015 con il progetto T.R.E. Òyes vince il bando fUNDER 35-il fondo per l’impresa culturale giovanile.