Chi l’ha detto che l’Uomo Nero fa paura?
di Sonia Logiurato #konsulta

Al quarto giorno del festival Trasparenze 2012, il Teatro dei Segni si trasforma in un luogo magico con lo spettacolo Talita Kum della compagnia Riserva Canini. È buio, una luce fioca illumina un baldacchino sotto il quale una donna dorme. Suona la sveglia. Svegliati bambina! Ma ad emergere dall’ombra è un uomo nero con una grossa valigia piena dei più svariati oggetti, spegne la sveglia e accende una vecchia radio che emette frequenze da tutto il mondo e dalla quale all’improvviso si sente una dolce melodia. L’Uomo Nero risveglia la dormiente e la porta in scena senza mai staccarsi da lei. Viene da chiedersi perché non la lascia libera?

Grande e grosso quest’uomo dovrebbe incutere timore, ma come fa a spaventare qualcuno che ci protegge dolcemente, non riesce a trattenere i piedi al ritmo di una canzone d’altri tempi e che sotto il parascarpe indossa delle scarpe dalla lucente punta rossa? La ragazza pallida come un cadavere ricorda nella mimica e nei gesti i personaggi di Tim Burton. I suoi movimenti da marionetta sono così convincenti che il pubblico ha difficoltà a capire se si tratti di una bambola o di una persona in carne ed ossa.

Spettacolo ricco di poesia e dal sapore un po’retrò, Talita Kum capolavoro tutto italiano della Riserva Canini ricorda il teatro contemporaneo francese. Con maestria la compagnia toscana è riuscita a creare l’illusione di essere davanti a due attori, ma la realtà viene svelata lasciando tutti a bocca aperta. Il personaggio più reale dello spettacolo non è che la parte nascosta che risiede in ognuno di noi e che prende vita durante i nostri sogni.

Dalla sua nascita Riserva Canini indaga la materia cercando di darle vita. Con Talita Kum i ruoli di marionetta e marionettista si invertono e il risultato finale è meraviglioso. L’unica pecca nella performance è quando l’Uomo Nero batte sulla gamba della ragazza in cui i movimenti non rispettano il tempo della musica, ma un errore così marginale si può perdonare davanti all’incanto di questo spettacolo e al talento di Valeria Sacco.

Il sogno di Riserva Canini: la favola di Talita Kum
di Elena Campanile #konsulta

Continua l’avventura “Trasparenze – Atelier della scena contemporanea” che ogni sera porta sul palco del Teatro dei Segni di Modena teatro contemporaneo di alta qualità. E già in questa prima edizione si nota una forte partecipazione della comunità modenese e dintorni.

Riserva Canini è una compagnia nata nel 2004 con la direzione artistica del regista Marco Ferro e dell’attrice Valeria Sacco. Il loro lavoro si incentra sulla ricerca nel teatro di figura e di animazione: un teatro, quindi, che dà molta importanza alla materia dalla quale scaturisce la storia.

Chi non ha sorriso leggendo la favola di Pinocchio vedendo che anche un burattino può condurre una vita vera? Talita Kum, letteralmente “fanciulla alzati”, è la storia di un tipo di vita: durante un sogno un marionettista e una marionetta si incontrano, e proprio come Pinocchio quest’ultima si anima di vita propria. I due devono stare vicini, si proteggono, si aiutano nei momenti difficili. Senza avvalersi della parola, riescono a instaurare un dialogo fatto di gesti e di sguardi profondi, per lasciarsi andare così in un ballo finale pieno di emozioni per lo spettatore. Prima che il sogno finisca.

Talita Kum ricorda le visioni di Tim Burton e lo spettatore rivive le emozioni che provava da bambino quando al circo si meravigliava e credeva a tutto quello che succedeva davanti ai suoi occhi. Un’atmosfera magica e fortemente coinvolgente resa anche grazie alle musiche originali di Luca Mauceri, Eleonora Pellegrini e Stefano de Ponti. Non si può uscire dalla sala senza l’incanto stampato negli occhi.

Fotoracconto
di Yassin Mouftakir #konsulta

Il lab di comunicazione “tra web e platea” [photo: Yassin Mouftakir]

“Das Nicht” di Arterie CIRT [photo: Yassin Mouftakir]

“Das Nicht” di Arterie CIRT [photo: Yassin Mouftakir]

La #konsulta incontra Kronoteatro [photo: Yassin Mouftakir]

La #konsulta incontra Zaches Teatro [photo: Yassin Mouftakir]

La #konsulta incontra Zaches Teatro [photo: Yassin Mouftakir]

“Il mio bosco selvaggio” di Francesco Rossetti [photo: Yassin Mouftakir]

“Il mio bosco selvaggio” di Francesco Rossetti [photo: Yassin Mouftakir]